L’Italia cerca di attrarre i cervelli: incentivi fiscali per il rientro dei talenti italiani all’esteri

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Cos’è il Regime fiscale agevolato per gli impatriati?

Negli ultimi anni, sempre più persone altamente qualificate hanno deciso di lasciare l’Italia per cercare lavoro all’estero. Questo fenomeno, noto come fuga dei cervelli, ha avuto un impatto significativo sull’economia italiana, privandola di talenti preziosi e limitando le opportunità di crescita e sviluppo. Per questo motivo, il governo italiano ha introdotto diverse agevolazioni fiscali per incentivare il rientro dei cosiddetti cervelli in Italia.

 

Il termine cervelli si riferisce in origine a persone altamente qualificate, come scienziati, ricercatori, ingegneri e professionisti del settore tecnologico, che hanno deciso di lasciare l’Italia per trovare lavoro all’estero. Tuttavia, in seguito il termine è stato esteso a tutti i lavoratori. Questi lavoratori sono spesso molto richiesti in altri paesi, dove possono trovare maggiori opportunità di carriera e sviluppo professionale. Per questo motivo, il loro talento e la loro esperienza sono di grande valore per l’economia italiana, e il governo ha deciso di introdurre agevolazioni fiscali per incentivare il loro rientro in patria.

 

Il regime fiscale agevolato per i lavoratori impatriati

 

Una delle principali agevolazioni fiscali per i lavoratori altamente qualificati che intendono fare ritorno in Italia è il regime fiscale agevolato previsto dalla legge sull’impatrio.

 

Questa legge prevede che i lavoratori che rientrano in Italia dopo un periodo di lavoro all’estero possano beneficiare di un regime fiscale agevolato per un periodo di cinque anni. In particolare, i lavoratori impatriati sono esentati dall’imposta sul reddito dei lavoratori dipendenti o autonomi per una quota pari al 70% del reddito complessivo. Questa agevolazione vale anche per i contributi INPS.

 

In caso di residenza nel Sud Italia la detassazione è del 90%.

 

La seguente tabella riassume le misure di favore attualmente in vigore:

Destinatari Agevolazioni
Ricercatori e docenti Esenzione per quattro anni del 90% del reddito di lavoro dipendente prodotto in Italia
Lavoratori impatriati Esenzione per cinque anni del 70% del reddito di lavoro dipendente prodotto in Italia
Nuovi residenti Imposta sostitutiva per quindici anni sui redditi prodotti all’estero

Complessità e limitazioni degli incentivi fiscali per i lavoratori altamente qualificati che intendono fare ritorno in Italia

 

Tuttavia, l’applicazione di queste agevolazioni fiscali non è sempre chiara e può essere soggetta a interpretazioni diverse.

 

Ci sono diversi fattori che influenzano l’accesso alle agevolazioni. Degli esempi sono il tipo di lavoro svolto all’estero, la durata della permanenza all’estero e la tipologia di contratto di lavoro. Inoltre, le agevolazioni fiscali sono spesso soggette a limitazioni e restrizioni, che possono limitare l’accesso per alcuni lavoratori.

 

Per far fronte a questa problematica, il governo italiano ha introdotto alcune modifiche alle agevolazioni fiscali per i lavoratori altamente qualificati. Ad esempio, il Decreto Legge 34/2019 ha introdotto nuovi incentivi fiscali, tra cui il regime degli impatriati e gli incentivi per il trasferimento di ricercatori e docenti.

 

In particolare, il decreto prevede una serie di agevolazioni fiscali per i ricercatori che decidono di fare ritorno in Italia dopo aver svolto attività di ricerca all’estero. Questi incentivi fiscali sono mirati a sostenere il rientro dei ricercatori in Italia e a favorire lo sviluppo della ricerca scientifica nel nostro paese. Le agevolazioni previste dal decreto includono la riduzione dell’imposta sul reddito per i ricercatori che hanno svolto attività di ricerca all’estero per almeno due anni, nonché l’esenzione dalle imposte sulle somme corrisposte come premi di ricerca. Inoltre, il decreto prevede la creazione di un fondo di finanziamento per la ricerca, finalizzato a sostenere le attività di ricerca dei ricercatori che tornano in Italia.

 

Il regime degli impatriati prevede anche una serie di altre agevolazioni, tra cui la possibilità di dedurre le spese sostenute per il trasferimento in Italia e di beneficiare di un’agevolazione fiscale sulle plusvalenze derivanti dalla cessione di titoli azionari e di partecipazioni societarie.

 

Condizioni per accedere al regime agevolato per gli impatriati

 

Tuttavia, è importante sottolineare che il regime degli impatriati prevede anche alcune limitazioni. Le due più importanti sono:

  • il lavoratore impatriato non può avere avuto residenza fiscale in Italia nei due anni precedenti il trasferimento,
  • il lavoratore deve mantenere la residenza fiscale in Italia per almeno due anni dopo il rientro.

 

Un’altra delle condizioni per accedere al regime agevolato per gli impatriati, è che al rientro in patria è possibile lavorare come dipendente oppure in forma autonoma ma individuale, escludendo così qualsiasi forma di attività autonoma associata (SRL, SNC, ecc.)

 

Il regime degli impatriati inizialmente era riservato solo a determinate categorie di lavoratori. Tra questi erano inclusi i lavoratori altamente qualificati, i ricercatori, i professori universitari e i lavoratori che esercitano attività lavorativa in Italia per conto di imprese estere. Tuttavia, ad oggi la possibilità di accedere al regime agevolato per gli impatriati è stato esteso a tutte le categorie di lavoratori.

 

In conclusione, gli incentivi fiscali per il rientro dei cervelli in Italia rappresentano un importante strumento per incentivare la crescita dell’economia italiana e il ritorno di lavoratori altamente qualificati e di studenti che hanno studiato all’estero. Tuttavia, è importante che queste agevolazioni vengano applicate in modo chiaro e uniforme, evitando abusi e garantendo la giusta tutela per i lavoratori e gli studenti.

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